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La Gioc “chiude” a San Michele Salentino

 

La Gioc “chiude” a San Michele Salentino

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Apprendiamo con molta commozione che la Gioc di San Michele Salentino chiude i battenti.
La decisione è stata presa in questi giorni dai responsabili locali e nazionali, sulla base di una situazione di fatto che proveremo a descrivere di seguito e senza aver prima tentato di ricostruire, in modo sintetico, la storia giocista sammichelana ed il significato di questa esperienza.
La storia – Nasce alla fine degli anni ’70 in parrocchia. Esperienza fortemente voluta da Don Angelo Colucci nella quale vede un ottimo strumento educativo e di evangelizzazione rivolto ai giovani di quella classe sociale che si può definire “popolare”, operaia, emarginata. Dopo l’abbandono dell’abito talare di Don Angelo, la Gioc continua la sua azione in parrocchia aggregando e “lavorando” con i giovani (emblematiche sono le esperienze di Tommaso Zizzi, Don Pino Nigro ed i sottoscritti, già pubblicate su sito). Alla fine degli anni ’80 Don Lillino decide di abbattere lo “stanzino” (la sede della Gioc), a quanto pare per “staccare” la struttura della chiesa dal resto delle abitazioni. Ne nacque uno scontro molto duro, ma l’esperienza continuò in parrocchia nonostante la sede fu trasferita nei locali comunali di Via Parini. Negli anni a seguire alcuni militanti storici (Donato Parisi e altri), per vari motivi si allontanarono ed i nuovi responsabili, piano piano, “chiusero” i rapporti già traballanti con la parrocchia. Negli anni ’90 con la presenza di Elvira Ferreira (moglie di Cosimo Pastore) ed alcuni militanti rimasti (Cosimo Pastore,Vito Francioso, Maria Ciraci), la Gioc vive una nuova stagione testimoniata da numerosi nuovi gruppi che nascono. Da questa stagione “vengono fuori” nuovi militanti (Giuseppe Gioia ed altri) nonché alcune permanenti come Rosaria Leo e successivamente Cosima Giordano a tempo pieno negli ultimi anni della Gioc a San Michele. Sono i giovani militanti a portare l’associazione avanti, ci sono alcuni ex militanti che danno il loro supporto come educatori adulti. E’ proprio Cosima Giordano, accompagnata dai responsabili nazionali, ad evidenziare al nuovo Vescovo della diocesi di Brindisi-Ostuni, Mons. Talucci, l’anomalia di un’esperienza cristiana, qual è quella della Gioc, che espleta la sua funzione fuori dalla parrocchia. Siamo nel 2003/2004, il Vescovo invita il nuovo Parroco Don Tony a far rientrare nella comunità la Gioc. Cosima Giordano comincia a lavorare in parrocchia con un gruppo, ma è costretta ad usare un altro metodo educativo che è quello dell’Azione Cattolica (Don Tony chiede a tutti gli educatori ed ai giovani di tesserarsi all’Azione Cattolica). Insomma, un anno in parrocchia e di Gioc niente. I responsabili decidono di dichiarare “morta” questa esperienza in quanto reputano non sia opportuno continuare fuori dalla parrocchia. Si sapeva che Don Tony ha molti dubbi su questa associazione, lo ha sempre detto, anche al Vescovo. Sarebbe bastato dirlo con chiarezza che non interessava la Gioc in parrocchia… Adesso, è normale che sorgano degli interrogativi, specie in chi ha fatto questa esperienza:
1 – il Vescovo è a conoscenza di quanto accaduto in questo ultimo anno sul fatto che la responsabile della Gioc di San Michele, in parrocchia, ha fatto l’animatrice dell’Azione Cattolica?
2 – E’ mai possibile che con la crisi dei gruppi giovanili che c’è, non si coglie l’occasione di sperimentare, anche, metodi e risorse nuove?
3 – Perché ci sono questi grossi dubbi e perché non si chiariscono?
Nella speranza che il dialogo, anche quello indiretto come può essere un sito internet, possa scaturire e far avvicinare le persone, proponiamo queste riflessioni a voi tutti ed ai protagonisti di questa vicenda.
San Michele Salentino, 16/11/2005
Rocco D’Urso e Vito Fancioso

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Submitted by Arcangelo Barletta (not verified) on Mon, 2007-05-07 15:10.

Vorrei fare un commento al "commento" sui manifesti elettorali della lista di cui sono il candidato sindaco "San Michele ai Sammichelani". In particolare vorrei parlare del manifesto relativo al simbolo della lista: "Il fiore della vita". Essere equidistanti dai vari schieramenti in campo per le elezioni amministrative è sicuramente un fatto positivo per chi deve fare informazione. Tuttavia voler mantenere questo atteggiamento di "equidistanza" comunque, può portare a risultati a volte paradossali.
Far conoscere al maggior numero possibile di persone un simbolo con connotazioni spirituali e non materiali dovrebbe fare solo piacere a chi crede che la parte più importante di noi è appunto quella spirituale. D’altronde le schede elettorali sono uno strumento fondamentale per la democrazia, e quindi degne del massimo rispetto. Nonostante la dichiarazione di essere “terra-terra”, non si dovrebbe negare mai a ciascuno di noi di poter coltivare la sfera più strettamente spirituale, per le sue implicazioni etiche, anche in politica.
Non lo si dovrebbe fare soprattutto se questa negazione ha come sua principale motivazione quella di ribadire un principio di “equidistanza” assurto a valore assoluto.
Ciò vale, ovviamente, se ho interpretato correttamente il Vs. commento. Per questo resto in attesa di una risposta. Grazie, Arcangelo.

Submitted by midiesis on Mar, 2007-05-15 07:19.

Risposta all'Ing. Barletta
Manifesto il grande rispetto per tutte le forme in cui la spiritualità si manifesta e non vedo nel commento fatto al logo della tua lista un atteggiamento non rispettoso. Da parte mia, però, vivo la mia spiritualità e tutto ciò che gira intorno, in modo critico: mi interrogo ed interrogo, rilevo le mie contraddizioni e quelle di chi la pratica, non ho verità da difendere a tutti i costi e cerco... nei miei limiti (terra terra) di dare un senso superiore alla vita.
Non ti nascondo che dalla ricerca fatta, la cui sintesi è parte del commento in questione, è emersa, sempre rispettosamente parlando, una spiritualità in cui faccio fatica a concepirla.
Ripeto, probabilmente per i miei limiti culturali visto che "il fiore della vita" racchiude in se svariati elementi e dimensioni. Ti vorrei, comunque, ricordare che la mia curiosità ed apertura mi ha spinto a partecipare al convegno, da te organizzato, e tenuto dal Dott. Rubino e che, se ci saranno altre occasioni per approfondire, mi vedrai presente e disponibile.
Sempre con rispetto.


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